Ciao a tutti! Io sono Margherita, e vorrei raccontarvi perché studiare filosofia e interessarsi di fisica allo stesso tempo non è da pazzi (o forse lo è, ma si può fare). Filosofia o fisica… fisica o filosofia… questo dilemma mi ronzava in testa nel periodo in cui ho dovuto decidere a quale facoltà iscrivermi, ma perché scegliere? Questi due ambiti del sapere, considerati lontanissimi tra loro, addirittura agli antipodi della conoscenza, hanno in realtà molto in comune.
La filosofia è un po’ la “nonna” di tutte le scienze, di tutte le discipline. Ha fatto la furba, però, cambiando nome nel tempo, trasformandosi e declinandosi in più ambiti, che si sono poi separati dall’unico nucleo iniziale. La filosofia (etimologicamente “amore per il sapere”) corrispondeva per i primissimi pensatori di cui abbiamo notizia, vissuti tra Asia Minore e Grecia a partire dal VII secolo a.C., a quella che oggi noi chiameremmo fisica. Sorprendente? Basti pensare che gente come Parmenide, Eraclito e Anassimandro andava in cerca della physis*.* Con questa parola, i primissimi “filosofi naturali” (con “filosofia naturale” ci si riferisce a quel tipo di filosofia che si è poi evoluto nella fisica) intendevano la “natura”, ovvero la verità ultima, il costituente fondamentale della realtà.
Certo, è poi attraverso il Medioevo, il Rinascimento e infine con la Rivoluzione Scientifica che la ricerca sulla natura è stata sistematizzata, organizzata e matematizzata fino a diventare la fisica di oggi, considerata uno tra i saperi più rigorosi, affidabili, informativi.
Sperando di avervi convinto dell’esistenza di questa relazione primordiale tra filosofia e fisica, vorrei darvi un assaggio di una teoria molto complessa, più vicina a noi nel tempo, che mette in dialogo meccanica quantistica, filosofia e psicologia, e che soprattutto coglie, secondo me, uno dei messaggi di Scambi.
Si sente spesso parlare di meccanica quantistica per gli “strani fenomeni” che questa teoria sembra descrivere. La teoria cui ci riferiamo ha a che fare con le particelle di materia più piccole che riusciamo a studiare oggi. Uno tra i più eccellenti divulgatori contemporanei sull’argomento è Carlo Rovelli, fisico teorico che ne ha formulato una concezione molto accreditata: l’interpretazione relazionale della meccanica quantistica. Tralasciandone il contenuto per ovvie ragioni, possiamo riflettere su alcuni concetti meravigliosi che emergono dalla teoria.
L’idea fondamentale è che il mondo, tanto a piccolissima scala (quella degli elettroni), quanto a scala enorme (quella delle stelle), è fatto di sistemi fisici in relazione tra loro. Questi sistemi fisici sono tutti gli “oggetti”: il tavolo, il neutrone, mio fratello, il Sole, questo piatto di pasta. Per Rovelli, l’universo è quindi una grandissima rete, anzi, un insieme di reti sovrapposte in cui i “nodi” siamo noi, sono le cose che ci succedono, è il mondo in cui ci muoviamo. Tutto è relazione, e ogni cosa esiste solo in relazione ad altro. Ci torna qui utile proprio un… filosofo! È Hegel, che nel quarto capitolo della sua “Fenomenologia dello Spirito” scrive che ognuno di noi è capace di riconoscersi solo quando è a sua volta riconosciuto da qualcun altro. Questo sta a significare che le persone e gli oggetti intorno a noi ci aiutano a formare il mondo in cui viviamo e contemporaneamente a “creare” noi stessi.
La realtà, anche agli occhi dei signori che lavorano con matematica e tecnologie avanzatissime, è allora un reticolo di informazioni di cui noi e le nostre vite facciamo parte. Scambi vuole far congiungere più nodi possibile attraverso questa rete, e crearne di nuovi. Cosa c’è di meglio dell’incontro e dello scambio, per arricchire noi stessi e il mondo in cui viviamo? Mettere in relazione idee, cose, esperienze, persone, per conoscerci sempre meglio ed ampliare i nostri limiti, aumentando il nostro raggio d’azione su questi meravigliosi tessuti che costituiscono la vita.
A Scambi ho cercato di portare la mia passione, occupandomi soprattutto dei laboratori di argomento scientifico, insieme a Fiammetta: stiamo preparando sorprese spaziali. Una parola basta ad anticiparne una: CERN di Ginevra, il luogo magico dove scienziati di ogni provenienza e cultura si ritrovano per indagare la materia di cui siamo fatti, quella di cui sono fatte le stelle, le galassie e tutto quello che ci circonda. Un po’ come gli antichi filosofi greci, anche loro indagano la natura, per trovarne le parti più minuscole e scoprirne i comportamenti grazie a macchinari giganteschi. CERN: il luogo di dialogo e relazione costruttiva per eccellenza… curiosi? Venite alla Pigna per scoprire di più!
P.S. se l’argomento vi incuriosisce, vi consiglio di leggere Helgoland, l’ultimo mitico libro di Rovelli!